venerdì 20 aprile 2007

MAGIA NERA DI TORINO

Magia nera - Torino, con Londra e San Francisco, comporrebbe il temibile triangolo della magia nera.
I luoghi che fanno della città un importante e - ahimè! - rinomato centro di magia nera sono molteplici e provengono da differenti leggende e culture.
Piazza Statuto è il "cuore nero" della città.
Innanzitutto perché si trova ad occidente, posizione considerata nefasta perché vi tramonta il sole.
Inoltre in questa zona, dai tempi dei Romani, c'era la "vallis occisorum", ovvero la necropoli.
PMagia Neraroprio in piazza Statuto si trovava il patibolo, che i francesi trasferirono all'incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna, oggi chiamato "rondò dla forca".
È probabile che i corpi dei giustiziati siano ancora sotto corso Francia e via Cibrario.
E a ben guardare, nel cuore del piccolo giardino della piazza, si trova un tombino... per i più suggestionabili è la Porta dell'Inferno, per i più prosaici conduce al nodo centrale delle fogne nere della città.
All'imbocco della piazza si trova la Fontana del Frejus, costruita in ricordo dei caduti nella costruzione del traforo, che però è stranamente rivolta verso via Garibaldi, e non verso corso Francia e il traforo. Racconta la tradizione che l'angelo che sovrasta l'obelisco sia in realtà Lucifero.
E sempre nei pressi di piazza Statuto, il più vicino possibile al patibolo, abitava un tempo il boia di Torino, per la cronaca in via Bonelli, una strada stretta e quasi mai assolata.
Sempre vestito di nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i "ferri del mestiere" e un listino prezzi per ogni differente tipo di uccisione.
A lui, inoltre, toccava punire coloro che avevano fatto fallimento: i condannati venivano battuti ripetutamente su una panca di legno alta circa 10 centimetri e posta nei pressi di via Corte d'Appello, fino a che il legno non cedeva.
La chiesa della Misericordia, in via Barbaroux, consegna al giudizio della Storia queste usanze horror: in teche di vetro sono conservati il registro dei condannati, i cappucci neri, il "bicchierin" dell'ultimo sorso e il crocifisso.
Qui veniva data ai condannati l'estrema benedizione e la sepoltura.
Il Museo Egizio sarebbe un altro elemento a riprova dell'imperio e dell'influsso malefico della magia nera a Torino.
Nel 1824 venne acquistata la collezione di Bernardino Drovetti, costituita da oltre 8000 oggetti tra statue, papiri e stoffe, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti, monili e simboli del culto degli dei, oggetti della vita quotidiana e quant'altro.
Orbene, a detta di autorevoli occultisti, alcuni reperti sarebbero dotati di carica benefica, altri di carica malefica.
Il Museo, quindi, sarebbe campo di interminabile battaglia tra le forze del bene e del male. Per fortuna, gli oggetti benefici sembrano essere in maggioranza!
E per non farci mancare nulla, ecco che a partire dal '700, a Torino, compaiono numerose sette di vario genere, esoteriche e/o iniziatiche, a partire dalla Carboneria, la Giovine Italia e la Massoneria, sino ad arrivare alle associazioni di magia.
Ma dove incontrarsi al riparo da occhi indiscreti?
Torino non è certo una città superficiale... una serie infinita e non del tutto esplorata di cunicoli si apre nel sottosuolo: chilometri di gallerie che un tempo erano arterie vive della città, rifugi di guerra e di carestia, ma anche antri nascosti in cui praticare culti e magie proibite.
Così, esplorando la Torino sotterranea, sono state scoperte sotto Palazzo Madama le grotte alchemiche, all’incrocio di grandi linee telluriche e geomantiche.
Qui operavano gli "scienziati" di casa Savoia, incaricati di trovare la Pietra Filosofale per trasformare il "vile metallo in oro".
Vi si accedeva dalla cripta della SS. Annunziata e dai sotterranei del Palazzo.
In virtù della protezione accordata loro dalla "Madama reale", gli alchimisti condussero indisturbati le loro ricerche e furono un richiamo irresistibile per veggenti e sapienti rinomati, come Paracelso.
Invece il taumaturgo infallibile Nostradamus giunse a Torino nel 1556, convocato a corte dal duca Emanuele Filiberto per curare la sterilità della moglie, Margherita di Valois.
Egli riuscì a far nascere l’agognato erede, Carlo Emanuele.
Nostradamus fu "mago" di corte e consigliere "speciale" dei Savoia, ma anche alchimista, astronomo e astrologo.
Soggiornò a poche centinaia di metri da piazza Statuto, in via Michele Lessona, nella villa Domus Morozzo.
Qui era collocata una lapide incisa dallo stesso mago e recante l’enigmatica scritta: "Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio.
Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera".
Casa Savoia, come ogni famiglia regnante che si rispetti, ha le sue misteriose apparizioni.
La duchessa Maria Cristina di Francia - a voler essere più precisi, il suo fantasma - certe notti passeggerebbe ancora per il suo palazzo.
Si dice che si aggiri per le sontuose sale, sfiorandone nostalgica i muri e riandando con la memoria al bel tempo che fu!
Cristina era la sposa giovanissima di Vittorio Amedeo I. Rimasta vedova ancora giovane nel 1637 assunse il potere in qualità di reggente del figlio Carlo Emanuele II.
E fin qui si spinge la storia ufficiale... Le voci popolari dicono che la bella Madama si "sbarazzasse" senza troppi indugi dei suoi amanti.
Per una singolare coincidenza, tutte le sue fiamme "si perdevano" nelle gallerie sotterranee o scivolavano "accidentalmente" nel Po.
Questi uomini divenuti ormai fantasmi, tornavano a girovagare di notte nei giardini intorno al castello e sotto gli innumerevoli portici della città.
E infine, la splendida collina torinese: tra i suoi boschi e i suoi rovi pare avvenissero strani e oscuri "convegni".
I cittadini più danarosi, per trascorrere il tempo e sfuggire al tedio delle loro esistenze, erano soliti incontrarsi e raccontarsi storie terrorizzanti.
Non a caso i film horror degli anni ‘70 e ‘80 furono ambientati nel capoluogo piemontese e nelle sue ville collinari...
Un titolo per tutti: "Profondo rosso" di Dario Argento. Agghiacciante!

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